Nelle figure che seguono sono riportati gli
andamenti del coefficiente di efflusso
ottenuti sperimentalmente al variare di alcuni fattori, quali:
·
Angolo
al vertice del cono valvola.
Le
figure qui di seguito mostrano il
in funzione del rapporto
alzata/diametro valvola
per due diversi angoli al
vertice del cono della valvola
supponendo di mantenere costante il
rapporto
tra l'altezza della sede e il
diametro della valvola (vd. figura).
Figura
4: Definizione di angolo del cono e di spessore s |
![]() Figura 5: Coefficiente di efflusso Cdf al variare del rapporto alzata/diametro della sede valvola per due diversi valori dell’angolo del cono (moto dal condotto al cilindro).
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![]() Figura 6: Coefficiente
di efflusso Cdf al variare del rapporto alzata/diametro della sede (moto dal cilindro al condotto).
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Alle
piccole alzate il coefficiente di efflusso
è leggermente più elevato quando
l'angolo di apertura del cono è grande (120°) perché l'area effettiva di
efflusso cresce circa secondo
quando
è piccolo. All'aspirazione, al
crescere dell'alzata valvola il coefficiente di efflusso non dipende più
dall'angolo
, mentre allo scarico le maggiori aperture del cono risultano penalizzanti a
causa della flessione della vena fluida che non è più guidata bene. E' da
notare anche l'interesse ad arrotondare tutti gli spigoli della sede valvola.
·
Raggio
di curvatura del condotto in prossimità della valvola
La
figura che segue presenta due diverse configurazioni del condotto in prossimità
della valvola. A sinistra è riportata una configurazione in cui il raggio di
curvatura del condotto è piccolo e quindi si ha un "gomito"
relativamente stretto in prossimità della valvola; nella configurazione di
destra il raggio di curvatura è invece più ampio. Le prove sperimentali
confermano quanto suggerito dall'intuizione: il coefficiente di efflusso
è più elevato nel caso di ampi
raggi di curvatura del condotto e migliora ulteriormente se si riduce la
strozzatura in corrispondenza del supporto della guida valvola. L'andamento è
simile sia che si tratti di valvole di aspirazione con flusso dal condotto al
cilindro, sia che si considerino valvole di scarico in cui il flusso è dal
cilindro al condotto. La strozzatura dovuta al supporto valvola è
ineliminabile: in sua assenza la valvola avrebbe flessioni dovute alle forze
generate dai gas di scarico. E’ necessaria una corretta progettazione della
guida per evitare eccessive turbolenze nel moto del fluido.
![]() Figura 7: Il raggio di curvatura del condotto
in prossimità della valvola ha una forte influenza sulle perdite di
carico in tale area: il condotto della figura di sinistra provoca
perdite superiori al condotto di destra. In quest’ultimo la sede della
guida valvola non risulta ottimizzata in quanto si protende
eccessivamente nel condotto costituendo un ostacolo al flusso dei gas. |
![]() Figura 8: Influenza
della conformazione del condotto in prossimità della valvola (moto dal condotto al cilindro). |
![]() Figura 9: Influenza
della conformazione del condotto in prossimità della valvola (moto
dal cilindro al condotto).
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Le valvole di aspirazione sono più grandi e in numero maggiore (per motori plurivalvole) di quelle di scarico perché una perdita di carico del fluido all’aspirazione compromette la capacità del motore di dare lavoro. Questo è più gravoso nei motori diesel dove il carico, ovvero la quantità di coppia o potenza richiesta non è regolato da una valvola a farfalla che dosa la portata d’aria ma dalla quantità di combustibile iniettato. In tali motori, detti “ad accensione spontanea”, la combustione è data dall’elevata pressione dell’aria in ingresso che genera l’accensione spontanea della miscela aria/combustibile: tanto maggiori saranno le perdite di carico in termini di pressione, tanto minore sarà la pressione nel cilindro e tanto più difficoltosa sarà la combustione. D’altro canto elevate perdite allo scarico provocano un’eccessiva contropressione: ovvero durante il moto di risalita il pistone può incontrare una resistenza eccessiva da parte dei gas.