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Tecnica
: I segreti
del motore a scoppio |
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Introduzione
ed espressione sintetica della potenza |
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Lo scopo di
questa parte è di trovare ed analizzare le relazioni
fondamentali, che governano il funzionamento del motore, e
in particolare di parlare della formula della potenza, per
capire quali sono le cose che la influenzano, nel bene o nel
male e quali non centrano nulla. Per far questo cercherò di
essere il più semplice possibile, purtroppo però è
necessaria la conoscenza delle basi di fisica e matematica,
oltre alla buona conoscenza del funzionamento del motore a
scoppio, per cui vi consiglio di leggere le prima parte di
queste lezioni o di laurearvi in ingegneria :)))
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Bilancio Energetico
In questo breve
capitolo, introdurrò la base fisica su cui si fonda tutta la
trattazione successiva. E' un argomento un pò concettuale e
filosofico, ma non difficile, per cui vi consiglio di leggerla
anche se non è strettamente indispensabile per capire il resto.
Tutto lo studio del motore a scoppio
si basa sulla solida base del Principio di conservazione
dell'energia (l'energia non si genera e non si distrugge ma si
trasforma), che garantisce a tutta la trattazione delle relazioni
praticamente esatte e completamente generali.
Nel cilindro dove avvengono tutte le trasformazioni l'energia
entra sotto forma di Calore (Qt), corrispondente
alla massa totale di combustibile entrante. Dall'albero motore esce il
Lavoro Utile (Lu), sotto forma di coppia ed è
questo che va a spingere il veicolo. Mentre,
per altre vie, esce il rimanente dell'energia entrata, detta Energia Dissipata
(Ed), che è costituita per lo più dai gas caldi
espulsi dallo scarico, il calore disperso dalle pareti , e attriti
vari. Quindi,
come è evidente anche dallo schema di figura, si può scrivere :
Qt = Lu +
Ed . Da cui si ricava che il lavoro utile
(quello che andrà a spingere il veicolo) è semplicemente il calore
in ingresso meno l'energia dissipata : Lu =
Qt - Ed
E' possibile definire il Rendimento
termico utile, come il lavoro utile fornito dall'albero fratto
l'energia termica totale: h =
Lu
/ Qt
. Come tutti i
rendimenti è un valore minore di uno o esprimendolo in
percentuale, minore del 100%, e nel caso dei motori a scoppio
questo valore è molto molto basso, intorno al 20%, il che fa
capire come mai la crisi energetica, ed i problemi di
inquinamento, spingono ad una sostituzione di questo tipo di
propulsore, con sistemi più puliti e più efficaci. Infatti perdere
l'80% dell'energia disponibile non è un gran risultato, anche se
le emozioni che è in grado di suscitare compensano ampiamente
questo difettuccio, agli occhi degli appassionati. |
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L'espressione sintetica della
potenza
Il motore, come visto nel capitolo
precedente, eroga un certo Lavoro Utile (sottoforma di coppia)
che rappresenta la parte sfruttabile (per far avanzare il veicolo)
dell'energia liberata dalla combustione della miscela d'aria e
benzina.
La potenza disponibile (detta effettiva) è il lavoro
utile erogato, per il numero di giri. Nel 4T la miscela scoppia
solo una volta ogni due giri per cui i giri utili sono solo la
metà di quelli effettuati dall'albero a gomiti.
In formula si può
scrivere : Pe = 1/2 ∙ Lu ∙ ns
.
A questo punto si può sviluppare i
termini della formula appena citata, introducendo le grandezze tipiche
del motore a scoppio. Dopo alcuni passaggi matematici, che non
riporto adesso, ma che avremo modo di spiegare con calma nelle
prossime pagine e che comunque non introducono errori o
approssimazioni, si ottiene un'espressione, la seguente, che lega
i tre parametri fondamentali del motore, e che saranno trattati
per esteso nelle prossime pagine.
Abbiamo scelto di partire da questa
formula sintetica, composta da termini astratti, per mettere
l'accento sui questi pochi ma veramente fondamentali parametri.
Saremmo potuti partire, come vorrebbe la logica,
dall'analisi del contributo di ogni parametro del motore, sia
quelli geometrici e meccanici, che quelli fluidodinamici, chimici
e fisici per poi raggruppare tutto in queste grandezze
fondamentali, scoprendo che sono queste che permettono di
paragonare due motori o che è su questi che bisogna lavorare per
ottenere più potenza od ancora che sono questi che pongono un
limite ultimo alle prestazioni massime. Abbiamo fatto invece
l'opposto in modo da snellire tutta la trattazione e per chiarire
fin dall' inizio, cosa è importante e cosa non lo è!
Pe : Potenza
effettiva Come
già accennato si tratta delle potenza erogata dal motore, in
parole povere i Cavalli (CV). Non è necessario precisare quando e
come essa sia erogata, in quanto questa formula è del tutto
generale e quindi vale sia che il motore lavora sotto massimo
carico che con la farfalla del gas parzialmente aperta, sia che il
motore giri piano o a fondo corsa.
C'è solo da stabilire dove si intende erogata la potenza. Cioè si
può scegliere come la potenza caratteristica di un motore quella
fornita all'albero motore, oppure all'uscita del cambio oppure
proprio alla ruota o in qualsiasi altro punto della trasmissione.
Infatti ogni organo meccanico che trasporta la potenza dal motore
verso le ruote fa perdere una parte della potenza stessa (anche
oltre il 50% in certi casi). In queste pagine se non indicato
diversamente intenderò per potenza erogata quella disponibile
all'albero a gomiti.
T :
Numero dei tempi
Noi trattiamo in queste pagine il
motore 4 tempi (4T), ma esiste, ed è molto diffuso, anche il 2
tempi (2T), che compie le fasi in un solo giro invece che due.
Poiché la formula è del tutto generale essa vale per entrambi i
tipi di motore. Se il motore è un 4T la prima parte dell'equazione
vale 1/2 altrimenti vale 1. Questo valore non è trascurabile in
quanto a parità di altre condizioni il 2T ha il doppio della
potenza del 4T. Nella realtà "le parità di condizioni" non si
riescono ad ottenere, per cui di solito il 2T ha un pò meno del
doppio dei cavalli di un 4T di pari cilindrata, che comunque è una
quantità impressionante. Questo è il motivo, ad esempio, perchè
nel "moto mondiale" per reintrodurre il 4T si è dovuto permettere
cilindrate doppia rispetto ai 2T. Siamo infatti passati da 500cc a
1000cc, e come si è visto le prestazioni sono abbastanza simili.
pme : pressione media effettiva
E' veramente difficile spiegare in due parole cosa sia la pme,
cmq sinteticamente è la coppia specifica cioè per unità di
cilindrata. Ogni parametro che influenza la pme influenza anche la
coppia.
Quindi si può dire che è un termine indicativo dei
livelli di pressione raggiunti nel cilindro e dell' efficienza di
alimentazione e combustione. In sintesi la pme tiene conto della capacità del motore
di sfruttare l'energia fornita dal combustibile.
St
: Superficie
totale dei pistoni
E' un parametro molto semplice nella
sua definizione, ma veramente importante. Per un solo pistone, la
superficie è l'area del cerchio che ha per diametro l'alesaggio
cioè S = 0.25∙p∙D2
. Se il motore è monocilindrico quest' area coincide con la St,
invece per un pluricilindro la St è semplicemente Z ∙ S,
dove Z è il numero dei cilindri.
Questo è l' UNICO parametro geometrico del motore che influenza
direttamente le
prestazioni di un motore. Quindi fare un pistone ed un cilindro più largo, dà
automaticamente più potenza e la dà in modo lineare, cioè
raddoppiare l'area dei pistoni, vuol dire raddoppiare la potenza,
dimezzare l'area vuol dire dimezzare la potenza. Raddoppiare
l'alesaggio, invece, vuol dire quadruplicare la potenza (vedi
formula). Ovviamente mantenendo costanti gli altri termini, come
la cilindrata. A tal proposito aggiungo che è la ricerca di
prestazioni nei motori da competizione, come in f1, dove la
cilindrata è fissata per regolamento, va nella direzione di
aumentare sempre più l'alesaggio e ridurre la corsa, per il motivo
detto e per altri che vedremo in seguito. Purtroppo aumentare
l'alesaggio e diminuire la corsa produce altri effetti negativi,
come il peggioramento della combustione, per cui è molto difficile
anche nei motori da corsa avere alesaggi più che doppi della
corsa.
Up : Velocità
media del pistone
Rappresenta la velocità media con cui il pistone corre nel
cilindro, ed è legato alle forze d'inerzia e di attrito che sollecitano
tutta la meccanica del motore. Il suo valore dipende dal numero di
giri e dalla corsa e rappresenta uno dei reali vincoli che limita
lo sviluppo delle prestazioni, in quanto aumentarlo implica
diminuire la vita e l'affidabiltà. |
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Prime Considerazioni
Anche se siamo ad una prima introduzione è interessante far
osservare un paio di cose, che potrebbero sembrare andare contro
il senso comune, ma assolutamente vere. La potenza non
dipende nè dalla Cilindrata nè dal numero di giri!!
Palando dalla cilindrata:
E' comune pensare che un motore di maggior cilindrata debba avere
più CV di un motore più piccolo e questo in generale è vero, ma
come vedremo, dire che esiste una relazione tra cilindrata e
potenza, è falso. Come si vede nella formula la potenza dipende
dalla superficie totale dei pistoni. Aumentare la cilindrata vuol
dire aumentare il numero di cilindri e/o aumentare le dimensioni
dei pistoni, e conseguentemente aumentare la St. Però è possibile
fare, giocando sulla corsa e sull'alesaggio, due motori con
diverse cilindrate e stesse superfici dei pistoni con la
conseguenza di avere la stessa potenza. O addirittura fare un
motore più performante con cilindrata minore semplicemente
aumentando l'alesaggio dei pistoni.
Parlando del numero di giri:
Anche in questo caso, contrariamente al caso comune, non è vero
che un motore in grado di salire molto di giri è in grado di
erogare grandi potenze. La potenza è invece legata alla Up. Si
possono quindi avere grandi potenze in motori lenti. E' pur vero,
come vedremo nel prossimo capitolo, che conviene nei 4T a benzina,
progettare motori con grande alesaggio, piccola corsa ed alto numero di giri massimo, se si cerca
la massima potenza, per cui in motori simili (come la f1), a parità di altre condizioni, il numero
di giri può essere un indice del carattere di esasperazione del motore,
pur non condizionandone espressamente la potenza. |
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