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L'F-16 Fighting Falcon è
un aereo da combattimento multiruolo sviluppato
originalmente dalla General
Dynamics per
l'aeronautica
statunitense. Progettato come un caccia
leggero, successivamente evolvette in un
velivolo multiruolo. La versatilità è il
principale punto di forza per la sua
esportazione, ed è stato selezionato dalle forze
aeree di 25 nazioni[1].
L'F-16 è il più grande progetto occidentale di
aereo da combattimento con oltre 4 400 esemplari
prodotti dall'inizio della sua produzione nel 1976[1].
Anche se non è più acquistato dall'aeronautica
statunitense, le versioni più recenti sono
prodotte per il mercato estero. L'Italia,
possiede 34 F-16ADF in leasing dagli USA, in
dotazione al 5º
stormo di
Cervia-Pisignano ed al 37º
Stormo di
Trapani-Birgi. Nel1993 la
General Dynamics vendette il dipartimento
relativo alla costruzione di aerei alla Lockheed
Corporation[2] che
in seguito divenne parte della Lockheed
Martin dopo
la fusione nel 1995 con
la Martin
Marietta.[3].
L'aeronautica statunitense pianifica di
utilizzare l'F-16 fino al 2025[4].
Il velivolo che lo sostituirà è l'F-35
Lightning II, il cui ingresso in servizio è
previsto per il 2011 e
inizierà a sostituire gradualmente i caccia
multiruolo nelle aeronautiche delle nazioni che
fanno parte del programma, tra cui l'Italia.
Origine
L'aeronautica e la marina statunitense
all'inizio degli anni '60 conclusero che il
futuro del combattimento aereo sarebbe stato
determinato da missili sempre più sofisticati.
Il "Project Forecast", un tentativo
dell'aeronautica per identificare i futuri
sviluppi delle armi, sostenne fortemente lo
sviluppo di aerei da combattimento progettati in
modo da essere a lungo raggio e possedere delle
elevate velocità, oltre ad essere equipaggiati
con sistemi radar in
grado di rilevare e attaccare aerei nemici oltre
il raggio visivo. Queste caratteristiche
avrebbero reso i futuri aerei da combattimento
molto simili ad aerei intercettori, ad essere
più pesanti, con progetti tecnologicamente
sofisticati e maggiormente costosi. All'inizio
degli anni '60, sia l'aeronautica che la marina
impiegavano il General
Dynamics F-111 (all'epoca
ancora in sviluppo) e l'F-4
Phantom II come
aerei a lungo e medio raggio. La diminuita
importanza nelle capacità di combattimento a
breve distanza (dog-fight) portò alla
decisione di non installare i cannoni interni
nelPhantom[5][6].
Nella Guerra
del Vietnam rivelò
alcune mancanze nelle capacità di combattimento
negli aerei statunitensi, poiché le prime
generazioni di aerei sovietici si dimostrarono
più ostici del previsto per i piloti
statunitensi. Anche se questi ultimi raggiunsero
un tasso uccisioni/perdite migliore, i
combattimenti mostrarono che i missili aria-aria
erano decisamente meno affidabili del previsto.
Inoltre, le regole
di ingaggio impedivano
nella maggior parte dei casi l'impiego di
missili a lungo raggio poiché normalmente era
richiesta l'identificazione visiva. In queste
condizioni i combattimenti si svolgevano a brevi
distanze e la manovrabilità degli aerei, assieme
ai missili aria-aria a corto raggio, divenne un
fattore critico anche per velivoli intercettori
come gli F-102
Delta Dagger[5][7].
La necessità di una nuova generazione di aerei
per la superiorità aerea costrinse l'aeronautica
statunitense ad avviare due studi di sviluppo
nel 1965: il progetto "Fighter Experimental" (FX),
che prevedeva un velivolo a doppio propulsore
con ali a geometria variabile e con un peso di
circa 27200 kg,
e il progetto "Advanced Day Fighter" (ADF), un
velivolo leggero con peso di 11300 kgche
avrebbe dovuto superare le performance del MiG-21 del
25%. Tuttavia, l'introduzione nel luglio 1967
del MiG-25
'Foxbat', in grado di raggiungere velocità
di Mach
3, portò l'aeronautica a scartare il
progetto ADF per sviluppare il Fighter
Experimental, che produsse l'F-15
Eagle, un velivolo da 18100 kg di
peso[8].
In base alle esperienze maturate nella guerra
di Corea ed
essendo un istruttore di volo, all'inizio degli
anni '60 il Colonnello John
Boyd e
il matematico Thomas Christie svilupparono la
teoria della "Manovra di energia". Quest'ultima
considera il mantenimento del valore
dell'energia specifica dell'aereo come un
vantaggio nel combattimento. La manovrabilità
era un mezzo per poter inserirsi nel ciclo
decisionale dell'avversario, un processo
chiamato da Boyd "ciclo OODA" (acronimo per "Osservazione-Orientamento-Decisione-Azione").
Questo approccio enfatizzava lo sviluppo di un
velivolo in grado di permettere rapide manovre,
con repentine modifiche alla velocità,
all'altezza e alla direzione. Questi parametri
richiedevano un aereo leggero, in modo da
minimizzare la resistenza e aumentare il
rapporto spinta-peso, e delle ali più grandi e
con maggiore portanza, per minimizzare la loro
resistenza, che tende a ridurre la velocità
massima, e un raggio d'azione inferiore (che
poteva essere compensato con dei serbatoi
aggiuntivi sotto le ali [9][10].
Le teorie di Boyd aiutarono a contenere la
crescita dell'F-15 in un progetto di velivolo
molto grande, che rischiava di diventare una
seconda versione dell'F-111, e venne ipotizzato
che l'F-15 doveva essere complementato da un
grande numero di aerei più piccoli. Al termine
degli anni '60 Boyd raccolse attorno a sè un
gruppo di progettisti, che formarono la
cosiddetta "Mafia del caccia leggero". Nel 1969 fu
possibile assicurarsi dei fondi per uno studio
di convalida dell'integrazione della teoria
avanzata dell'energia-manovrabilità con analisi
rischi-benefici. La General Dynamics ricevette
149 000 $ e
la Northrop 100 000 $ per
sviluppare progetti che implementavano la teoria
di Boyd: un aereo da comabttimento piccolo,
leggero, a basso drag e senza bombe. I progetti
delle due aziende furono il YF-16 e
il YF-17,
rispettivamente[11][12].
Programma caccia leggero
Anche se i proponenti del progetto FX rimasero
ostili al programma poiché era considerato una
minaccia al progetto F-15, il concetto ADP (Advanced
Day Fighter), rinominato in F-XX,
guadagnò il supporto politico del Segretario
della Difesa David
Packard, che era favorevole all'idea di
sviluppare dei prototipi concorrenti. Di
conseguenza, nel maggio 1971 venne
formato il gruppo di studio per il prototipo,
con a capo Boyd, e due delle sei proposte
vennero finanziate. Una di esse era il prototipo
Lightweight Fighter (LWF - Caccia
leggero). Le specifiche, inviate il 6
gennaio 1972,
richiedevano un velivolo da 9100 kg,
per il combattimento aria-aria, ottimizzato per
il combattimento a velocità di Mach 0,6
- 1,6 e altitudini di 9150 - 12200 m, con
elevata accelerazione. Infatti i futuri
combattimenti, secondo le previsioni
dell'aeronautica, sarebbero dovuti svolgersi in
questi parametri. Le previsioni erano basate
sullo studio della guerra del Vietnam, la Guerra
dei sei giorni e
delle guerre Indo-Pakistane. Il costo previsto
di una versione di produzione del velivolo era 3
milioni di $. Questo piano di produzione era
solo indicativo, e l'aeronautica non era
vincolata all'acquisto dell'aereo. Il vincitore
della sfida venne annunciato nel maggio 1975[13][14].
Cinque compagnie risposero alle richieste e nel
marzo 1972 vennero annunciati i vincitori per lo
sviluppo di un prototipo: il modello 908-909
della Boeing e il modello 401 della General
Dynamics. Dopo ulteriori analisi, venne
declassata la proposta della Boeing, ponendo
come secondo prototipo il modello P-600 della
Northrop. La General Dynamics e la Northrop
vinsero dei contratti di 37,9 e 39,8 milioni di
$ per produrre i prototipi YF-16 e YF-17, con i
primi voli di prova pianificati per l'inizio del 1974.
Per superare le resistenze nelle gerarchie
dell'aeronautica, la 'Mafia del caccia leggero'
e gli altri proponenti del programma LWF
appoggiarono con successo l'idea di impiegare
questi velivoli come complemento ad aerei più
pesanti e costosi, creando delle forze aeree
miste. Il concetto di gruppo
"alto-costo/basso-costo" fu accettato ampiamente
quando i prototipi iniziarono i voli e tale
teoria avrebbe definito la relazione tra i
futuri F-15 e F-16, ed in seguito, tra l'F-22
Raptor e
l'F-35
Lighting II[15][16].
Air Combat Fighter competition
Il progetto LWF diventò un serio progetto di
acquisizione da parte dell'aeronautica grazie
alla convergenza di tre fattori. Innanzitutto,
quattro alleati NATO degli
Stati Uniti (Belgio, Danimarca, Olanda e
Norvegia) stavano cercando un sostituto alle
varianti F-104G dell'intercettore F-104
Starfighter. Tale aereo doveva poter essere
prodotto dalle proprie industrie aeronautiche
sotto licenza, in modo simile all'F-104G.
All'inizio del 1974, raggiunsero un accordo con
gli Stati Uniti tramite il quale, se
l'aeronautica statunitense avesse ordinato
l'aereo vincitore della competizione LWF,
avrebbero anche loro considerato l'acquisto di
esemplari. Secondariamente, mentre la USAF non
era particolarmente interessata in un aereo da
combattimento complementare, era necessario
iniziare la sostituzione dei cacciabombardieri F-105
Thunderchief. In terzo luogo, ilcongresso stava
cercando di raggiungere una maggiore convergenza
negli approvvigionamenti dell'aeronautica e
della marina; nell'agosto 1974 il congresso
reimpiegò dei fondi diretti al programma VFAX della
marina verso un nuovo programma chiamato Navy
Air Combat Fighter, che aveva lo scopo di
sviluppare una variante cacciabombardiere del
progetto LWF per la marina. La tempistica degli
approvvigionamenti venne guidata dalle necessità
dei quattro paesi alleati, che formarono il "Multinational
Fighter Program Group" e fecero pressioni sugli
Stati Uniti per prendere una decisione entro
dicembre 1974. L'aeronautica aveva pianificato
di annunciare il vincitore della competizione
LWF nel maggio 1975, ma fu anticipata all'inizio
dell'anno e venne velocizzata la fase di test.
Per riflettere questo nuovo e maggiore impegno
per completare un nuovo aereo, assieme alla
decisione di sviluppare un progetto
cacciabombardiere, il programma LWF venne
trasformato in una nuova competizione,
annunciata dal segretario della difesa James
R. Schlesinger ad
aprile 1974. Schlesinger chiarì il ruolo di
supporto all'F-15 del nuovo aereo, e in questo
modo fu posta fine all'opposizione al progetto[18][19][20].
L'ACF aumentò gli interessi della General
Dynamics e della Northrop, poiché entrarono in
gioco altri concorrenti con la seria intenzione
di assicurarsi il redditizio ordine. Questi
erano ilDassault Dassault
Mirage F1, lo SEPECAT
Jaguar e
una variante del Saab
37 Viggen chiamato
"Saab 37E Eurofighter" (che non deve essere
confuso con il successivo Eurofighter
Typhoon). Northrop affiancò un altro
progetto chiamato P-350
Cobra, molto simile all'YF-17. Il Jaguar e
il Cobra vennero scartati, lasciando come
candidati i due aerei europei e i due progetti
statunitensi. L'11
settembre 1974,
l'aeronautica statunitense confermò i piani per
compiere un ordine in grado di equipaggire
cinque squadriglie tactical
fighter wings. Il 13
gennaio 1975,
il segretario dell'aeronautica John
L. McLucas annunciò
la vincita del YF-16[21].
Le ragioni principali furono i costi operativi
inferiori, la portata maggiore e le performance
di manovra, significativamente migliori di
quelle dell'YF-17, specialmente a velocità transonichee supersoniche.
I test di volo rivelarono che l'YF-16 possedeva
migliore accelerazione, velocità
variometrica, resistenza e (tranne attorno
alla velocità Mach 0,7) velocità di imbardata.
Un altro vantaggio era costituito dall'impiego
del propulsore Pratt
& Whitney F100, lo stesso dell'F-15,
e questo diminuiva i costi unitari del
propulsore per entrambi i programmi[22][20].
Poco dopo la selezione dell'YF-16, il segretario
McLucas rivelò che l'aeronautica pianificava
l'acquisto di un numero di esemplari di
produzione compreso tra 650 e 1400 unità.
Inizialmente vennero ordinati 15 aerei
"Full-Scale Development" (11 a posto singolo e 4
a doppio posto) per i programmi di test, ma
successivamente il numero venne ridotto a 8. La
marina annunciò tuttavia il 2
maggio 1975 che
aveva deciso di non acquistare la versione
navale dell'F-16.
Al suo posto, avrebbe sviluppato un aereo
derivato dell'YF-17, che diventò ilMcDonnell
Douglas F/A-18 Hornet[23].
Produzione
La produzione degli F-16 iniziò nella fabbrica
della General Dynamics a Fort
Worth, in Texas nel
tardo 1975,
con il primo esemplare (un F-16 A) terminato il 20
ottobre 1976,
che effettuò il primo volo l'8
dicembre. Il primo modello a due posti (F-16
B) compì il primo volo l'8
agosto 1977.
La prima serie di produzione dell'F-16A volò la
prima volta il 7
agosto 1978 e
fu consegnata all'aeronautica il 6
gennaio dell'anno
successivo. Al velivolo venne dato il soprannome
di "Fighting Falcon" ("Falco da combattimento")
ed entrò in servizio operativo il 1
ottobre 1980 nel
388° Tactical Fighter Wing alla base
di Hill[24].
L'aereo venne offerto anche ai Paesi alleati
della NATO e
fece l'apparizione durante la manifestazione
aerea di Parigi del
1975. Il consorzio di acquirenti europei
acconsentì all'acquisto di 348 esemplari ponendo
però la condizione che venissero assemblati in
Belgio e che la costruzione di alcune parti del
velivolo venisse subappaltata ad aziende del
vecchio continente.
Produzione
Inizialmente sono state costruite due versioni
dell' F-16, l' F-16A monoposto da combattimento
e l' F-16B biposto anche per compiti di
addestramento. Il primo tipo fece il suo primo
volo ufficiale nel dicembre del 1976 e
venne assegnato alla prima unità operativa delle
forze aeree statunitensi nel gennaio del 1979.
Contemporaneamente venne anche assegnato alle
forze aeree del Belgio, rappresentando di fatto
il primo esempio di velivolo distribuito
contemporaneamente all'interno degli Stati Uniti
e all'estero.
Il modello B venne
adattato alle necessità di addestramento
ampliando l'abitacolo rinunciando parzialmente
alla capacità dei serbatoi e situando un secondo
seggiolino posteriore. Normalmente l'aspirante
pilota era piazzato anteriormente davanti al
cockpit con l'istruttore alle sue spalle.
Negli anni
'80 le
versioni A e B vennero
rimpiazzate da quelle C e D che
presentavano delle migliorie sia nel comparto
motorizzazione che in quello dell'avionica.
Ulteriori e continue migliorie si susseguirono
negli anni e sono riconoscibili dall'indicazione
del numero di Block che
contraddistingue le varie serie. Dal 1993,
anno in cui la General Dynamics cedette
l'attività aeronautica alla Lockheed
Martin l'aereo
viene prodotto con questo nuovo marchio. Le
versioni E e F sono
state introdotte all'inizio del 2000.