Da
Ruote Classiche del Maggio 1996:
Certe
volte anche Giove Pluvio si incuriosisce alle nostre
prove su strada. La sua presenza, però, crea
situazioni non propriamente adatte per i test di
guida. La pioggia, infatti, caduta in abbondanza sul
tracciato della pista di Quattroruote a Vairano
(PV), non ci ha consentito di effettuare le consuete
rilevazioni cronometriche.
La
prima vettura a scendere in pista è la Nardi-Danese.
Sappiamo che il suo 8 cilindri può sopportare regimi
di rotazione prossimi ai 6000 giri al minuto, ma per
precauzione ci imponiamo di non superare i
4000-4500: la macchina è fresca di restauro e non ha
percorso che 500 chilometri.
L'abitacolo non offre alcun tipo di protezione: il
parabrezza, se così si può chiamare, fende l'aria
quanto basta, al resto ci pensa il casco integrale;
In un batter d'occhio siamo letteralmente inzuppati.
Il motore non ci impressiona: sale di giri con
progressione, ma appare ancora un pò legato, come se
avesse ancora bisogno di "sgranchirsi". La scala sul
contagiri ci fornisce anche l'indicazione della
velocità con il rapporto superiore. Sfioriamo i
centotrenta all'ora, poi, la prudenza ci suggerisce
di non insistere. Proviamo una frenata. La
NardiDanese accenna a scomporsi a causa di uno
squilibrio nella ripartizione della frenata, ma non
è grave e con lo sterzo manteniamo la vettura
diritta. Ci accorgiamo che lo sforzo sul pedale non
è elevato: basta una pressione leggera per produrre
un vistoso rallentamento. Diciamo la verità: non ce
l'aspettavamo da una macchina di cinquant'anni fa.
Un buon giudizio lo merita lo sterzo. E leggero in
ogni situazione, preciso e diretto, come si conviene
a un'auto da corsa. Lo alalom ci conferma
l'impressione e inoltre mette in luce le qualità del
telaio e delle sospensioni: il retrotreno segue
l'impostazione datagli dalle ruote direttrici e con
l'acceleratore in seconda marcia, controlliamo la
lieve tendenza alla sbandata. La Nardi-Danese è
piacevolissima da guidare.
Al
volante dell' Avio Costruzioni «815» la situazione è
capovolta. Il motore è più brillante, addirittura
vivace. Bisogna controllare spesso la lancetta del
contagiri se non si vogliono superare i limiti . Per
contro, la parte telaistica, in particolare le
sospensioni, freni e sterzo sembrano denunciare
qualche carenza rispetto alla Nardi-Danese. La
gommatura moderna aiuta la tenuta di strada , ma non
ne risolve del tutto i problemi. Il controllo è più
difficile anche a causa dello sterzo, davvero
pesante. E' richiesta forza fisica per sfruttare le
caratteristiche dell' «815». Anche i freni non
sfuggono a questa regola: per ottenere un marcato
rallentamento è necessario pestare con vigore sul
pedale. Una macchina per uomini duri insomma.
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Nardi-Danese «Marco» |
Avio
Costruzioni «815» |