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NonSoloFerrari
- Air Show
Premio Internazionale
Bersanti e Matteucci
Tonfano,
Marina di Pietrasanta (LU), 14 Giugno 2009
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A Marina di
Pietrasanta le frecce tricolori per il 10° Premio
Internazionale Barsanti e Matteucci
Oggi,14 giugno, a
Tonfano, a partire dalle ore 16.00, prenderà il via
la manifestazione che si stima richiamerà oltre 200
mila persone sulla spiaggia di Marina di Pietrasanta.
Si tratta dell’unica esibizione delle Frecce
Tricolori prevista in Toscana nel 2009, certamente
un evento che necessita di un grande sforzo
logistico e di coordinamento del Comune di
Pietrasanta che si avvale del supporto tecnico
dell’Aero Club Marina di Massa.
Una giornata d’intense emozioni che si aprirà con un
vivace airshow cui prenderanno parte i mezzi aerei
della Guardia Costiera, della Protezione Civile,
dell’Elisoccorso di Massa e Carrara,
dell’Aeronautica Militare Italiana con l’imponente
Pelican HH3 F, delle pattuglie acrobatiche civili
Breitling Devils e Pioneer Team, dello straordinario
solista acrobatico Andrea Fossi con il suo
inseparabile CAP 231 e, infine, del Team Blue
Voltige.
Alle ore 17.30 si terrà la cerimonia di conferimento
del X Premio Internazionale Barsanti e Matteucci
all’ingegner Massimo Lucchesini. Alle ore 18.00, il
gran finale con le Frecce Tricolori, la pattuglia
acrobatica dell’Aeronautica Militare Italiana, con
gli incredibili volteggi proprio davanti alla
rotonda del pontile.
Ideale postazione per poter seguire la
manifestazione saranno gli stabilimenti balneari di
tutta la marina. La spiaggia si trasformerà in una
suggestiva, immensa platea, mentre il pontile, che
festeggia il suo primo anniversario, sarà una lunga
tribuna suddivisa in settori, per accogliere il
maggior numero possibile di ospiti e spettatori. Una
festa nella festa.
L’intero spettacolo aereo sarà trasmesso in diretta
su Tele Toscana Nord anche via web, grazie a tre
telecamere poste sul pontile, all’aeroporto del
Cinquale ed una direttamente su un aereo.
Da segnalare l’apertura del Museo Barsanti, al primo
piano di Palazzo Panichi, sabato 13 e domenica 14 ed
il fine settimana successivo, dalle ore 17 alle ore
20, ingresso libero. Un piccolo gioiello interamente
dedicato al padre scolopio, tra cimeli, motori,
ricostruzioni storiche e documenti.
http://www.viareggino.com/ |
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Storia del motore a
scoppio
Premessa sulla nascita e datazione del motore a
scoppio.
Alcuni studiosi, nel descrivere le vicende che hanno
determinato la nascita del motore a scoppio fanno
riferimento alle prime esperienze che padre Barsanti
eseguiva durante le sue lezioni di fisica al
collegio S. Michele di Volterra nel periodo 1841-
42. Noi preferiamo assumere come data ufficiale
della nascita del motore il 5 giugno 1853, anno in
cui il padre Eugenio Barsanti e l’ing. Felice
Matteucci depositano alla segreteria dell’Accademia
dei Georgofili di Firenze un plico contenente una
memoria nella quale descrivono una serie di
esperienze da loro fatte sulla trasformazione
dell’energia esplosiva di un gas in lavoro
meccanico. La figura mostra i sigilli apposti sul
plico dal segretario dell’Accademia.
Il plico, su richiesta degli stessi Barsanti e
Matteucci, venne aperto successivamente nel 1863.
Nella memoria, furono apposte in calce le firme dei
testimoni che attestarono la veridicita del
contenuto; si tratta di personaggi in vista nella
Firenze di quegli anni, degni di stima e di fiducia:
il padre Giovanni Antonelli, direttore
dell’Osservatorio Ximeniano di Firenze, i professori
Tito Gonnella ed Emilio Bechi, l’architetto Pasquale
Poccianti, il padre Filippo Cecchi delle Scuole Pie
di Firenze.
La storia
Verso
la fine del 1851 o agli inizi del 1852 il brillante
professore di matematica e di fisica delle Scuole
Pie ed il vivace ingegnere esperto di meccanica e di
idraulica si unirono con reciproca stima e con
affettuosa amicizia in un progetto ambizioso che
intendeva sfruttare l’’espansione di un miscuglio
gassoso composto di idrogeno ed aria atmosferica,
incendiato dalla scintilla elettrica, allo scopo di
trasformare parte dell’energia dell’esplosione in
energia di movimento.
Come scrisse p. Alfani nel 1931, essi “ intrapresero
insieme una lunga e minuziosa serie di esperienze e
misure delicate, preparazione al congegno meccanico
che doveva condurli alla vittoria.”
L’idea si era affacciata alla mente di Barsanti
quasi dieci anni prima quando, giovanissimo,
insegnava nel Collegio S.Michele di Volterra. In
realta non si trattava di un’idea originale. Gia
l’abate Hautefeuille (1678), Christiaan Huygens
(1680) e Denis Papin (1688) avevano pensato di
impiegare la polvere nera per produrre, deflagrando,
una depressione in una camera chiusa allo scopo di
aspirare acqua nella camera stessa. I loro studi si
prefiggevano di utilizzare la pressione atmosferica
per sviluppare una forza motrice.
Pochi anni prima dell’inizio dell’attivita di
Barsanti e Matteucci, nel 1841, l’ingegnere milanese
Luigi De Cristoforis, facendo riferimento ad un
brevetto dell’inglese Samuel Brown (1832), descrisse
in una memoria, pubblicata sugli Atti del Reale
Istituto Lombardo di Scienze, Lettere ed Arti, una
macchina igneo-pneumatica a miscela d’aria e vapore
di nafta (che poi costrui e fece funzionare), che
costitui il primo motore atmosferico a esplosione a
combustibile liquido.
L’incontro di Barsanti con Matteucci e la successiva
collaborazione con l’ingegnere lucchese rappresento
per il padre scolopio il completamento ideale delle
conoscenze scientifiche e tecniche indispensabili
per portare avanti il suo programma di ricerca.
Il rapporto scientifico tra i due personaggi fu
sempre paritetico. Nel 1858 per smentire
definitivamente alcune voci che attribuivano al solo
p. Barsanti la paternita dell’invenzione del motore
e che avevano dato luogo ad un articolo apparso
sull’ Almanacco Etrusco, il padre scolopio fece
pubblicare una pronta replica.
Durante i dodici anni della comune ed incessante
attivita di ricerca fu studiato il motore a scoppio
gravi-atmosferico e ne furono realizzati diversi
prototipi. Si tratto del primo vero motore a
combustione interna, costituito, nella sua
realizzazione piu semplice, di un cilindro ad asse
verticale nel quale lo scoppio di una miscela di
aria e idrogeno o gas illuminante proiettava verso
l’alto uno stantuffo creando il vuoto nello spazio
sottostante. Nella corsa di ritorno, sotto l’azione
della pressione atmosferica, lo stantuffo, per mezzo
di un’asta dentata ad esso solidale ed un rocchetto
a ruota libera, trasmetteva il movimento all’ albero
motore.
http://www.barsantiematteucci.it/ - La storia
completa e dettagliata |
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Le Foto di questa
pagina sono state scattate da Gabriele
Melani
e
la loro proprietà intellettuale appartiene esclusivamente a lui
ed a questo sito web |
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NB: Le immagini dell'evento sono
divise in tre album successivi |
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