Il
racconto
Ieri è passata da Firenze, come ormai ogni anno tra il
secondo ed il terzo week-end di Maggio, la Mille
Miglia, rievocazione storica della mitica corsa d'auto che
nella prima metà del secolo portava le più belle e prestanti
vetture del mondo nella quotidianità degli italiani, e che
oggi rivive grazie a tanti appassionati e collezionisti che
tengono in vita esemplari unici, dal fascino irresistibile
per chiunque ami le automobili, e che danno vita ad un museo
viaggiante, vivo e vitale, senza eguali al mondo.
La cornice ambientale, in cui ci siamo trovati a seguire la
manifestazione, è stata come sempre molto suggestiva, poichè
la Carovana ha attraversato lo splendido Appennino
tosco-romagnolo, in una soleggiata giornata caratterizzata
da un irreale cielo azzurro e da colline tanto verdi e
rigogliose da ricordare un paesaggio quasi irlandese.
Infatti il percorso di quella che oggi è una gara di
regolarità, come da tradizione, segue quello originale della
gara di velocità,
e come in origine le vetture percorrono le tortuose strade
appenniniche, nel tratto centrale della terza tappa, che le
porta al traguardo di Bergamo, nelle ore centrali del
giorno, arrivando a Bologna col sole poco sopra l'orizzonte.
Gli anni
passati abbiamo seguito la gara, come tutti, appostati a
bordo strada, e solo sporadicamente abbiamo provato a
seguire le vetture storiche con la nostra automobile, cosa
consentita, visto che le strade non vengono chiuse, ma anzi
la circolazione è sostanzialmente regolare. Inseguire da
vicino certi bolidi, lo potete immaginare, è qualcosa di più
che vederli statici in qualche buio stanzone. Varrebbe la
pena stargli accanto solo per l'inebriante rombo dei motori,
che pur non essendo messi alla frusta non vengono affatto
risparmiati. Ma altrettanto spettacolare è poter vedere il
comportamento in strada tra curve, salite e discese, sentire
il cambio che lotta ad ogni inserimento, vedere il fuoco che
illumina gli scarichi scoppiettanti ad ogni accelerata,
vedere quei fari spesso così "strani" abbagliarti per
chiedere strada, esattamente come il suono corposo dei
clacson a trombetta delle vetture di inizio '900.
Quest'anno,
fatto bagaglio dell'esperienza passata, abbiamo quindi
deciso di fare qualcosa di più, nel tentativo di avere un
punto di vista sulla carovana, veramente privilegiato, e
anticipo subito, la cosa è andata decisamente bene. Il
nostro punto di forza è stato un piccolo fuoristrada della Suzuky che siamo riusciti a decappottare completamente,
eliminando la copertura, i sostegni ed addirittura la ruota
di scorta fissata al portellone posteriore. Praticamente i
montati del vetro anteriore ed il rollbar erano i soli
ostacoli visivi rimasti, garantendo una visuale
assolutamente completa in ogni direzione ... un pò come una
poltrona "in prima fila" sospesa a mezz'aria. Con questo
mezzo che ci permetteva questo eccezionale punto di vista
abbiamo imboccato la via bolognese poco prima dell'arrivo
delle prime vetture e pian piano ci siamo fatti sfilare ad
una ad una fino all'ultima. Eravamo in tre, io (Mela),
GGG e un nostro amico. Io sono stato messo alla guida e gli
altri a fare foto dai sedili posteriori. Le foto, come
potete vedere da queste pagine, sono venute decisamente
bene, vista la ridotta distanza e la possibilità di farle in
ogni direzione, ma forse la cosa più bella per noi che
eravamo li, è stato l'entusiasmo della gente, sia dei piloti
che degli spettatori che durante tutto il percorso erano
assiepati in ali di folla, e qualche applauso e saluto è
arrivato anche a noi, che evidentemente abbiamo dato un
qualche valore aggiunto al folclore di questa festa di
motori.
MELA |